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Dal Trek N°31 ( maggio 2002)

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Dora Tanzi

Escursione con le “bragiuole” d’asina e orecchiette al sugo

Bella giornata, c’è il sole e siamo diretti nella zona Monopoli-Castellana, al trullo di Vito e Tiziana.

Compagni di viaggio: Rocco T. che guida la macchina, Teresa e Rosaria.

Rosaria in macchina: -Se si partisse alle ore 10!

Ben detto! Aggiungo io, la sveglia alle 6:30 non mi va a genio!

Rocco a Dora:<<Speriamo di poter andare in pensione tra due anni, Berlusconi permettendo!>>

Teresa a Rosaria:<<Povere noi, dobbiamo lavorare ancora!>>

Io a Rocco: <<A sessanta anni festeggiamo il compleanno insieme? Va bene dice Rocco, siete tutti invitati e mi raccomando il regalo! >>

Dora: <<Io come regalo voglio un viaggio a Praga perché voglio andare nella Beauty Farm di Anna Ahsley perché voglio farmi coccolare con massaggi e cure estetiche>>.

Teresa: <<Fallo subito così potrai sfruttare la bellezza ritrovata ancora per un’altra “acchiappanza”, prima di mandare in pensione anche i sensi!>>

Ore 10. Parcheggiamo le macchine all’Eremo di S. Antonio Abate in contrada Impalata di Monopoli campagna.

Rosaria: <<Fanno per caso albergo questi monaci in quest’eremo?>>. Ti piacerebbe eh!! Otterresti due cose insieme, la pace e i monaci!! Bella furba, con la scusa dei ritiri Spirituali...!

Ci organizziamo per iniziare l’escursione, Teresa rinuncia e rimane all’eremo con Diana che è impedita da un ginocchio dolorante. Sarà questa poi la verità? O la visita segreta ai monaci quando il gruppo si sarà allontanato?

Io e Rosaria andiamo a lasciare la prima pipì del giorno, ovviamente dietro l’Eremo, con la segreta speranza di aprire un contatto con i monaci, intenti a contemplare la natura dietro le finestre delle loro celle!!

Finalmente ci muoviamo ed iniziamo la nostra via crucis, avete capito bene, la via crucis con statue e raffigurazioni di Gesù situate lungo la salita, dietro l’Eremo.

Iniziamo bene: con spirito di rassegnazione nell’animo e pronti a far soffrire il corpo!

Raggiungiamo la vetta e notiamo una croce che domina la vallata.

Primo riposo, siamo tutti invitati alla riflessione, ma sui volti di tutti non si evidenziano, a dire il vero, segni di concentrazione contemplativa alcuna!

Qualcuno, alludendo alla mia attività di scrittrice, maligna che forse sto scrivendo qualche ricetta; come si vede, incomincia già a farsi strada in noi la fissa del pranzo!

 Stefano si avvicina per spiare ciò che scrivo.

Carmela raccomanda all’improvviso:<< Stiamo attenti a ciò che diciamo, perché Dora registra tutto!>>

Corrado guida il gruppo ed è come il solito vestito da spaventapasseri, vuole forse farsi riconoscere dai suoi uccellini (noi) che guida tra i boschi?  Mi chiedo perché? Ah ora comprendo: non vuol farsi beccare… il …!

Fine prima salita, Antonio chiede a Corrado: <<C’è strada lì sopra?>>.  Corrado risponde di sì e lui, contento: <<Benedetto il Signore!>>. Corrado Caronte ci aiuta ad abbandonare la prima salita per offrirci, con la benedizione del Signore, invocato da Antonio, una seconda salita su strada sterrata perché, come è regola, dobbiamo soffrire se vogliamo considerarci escursionisti; oggi, per giunta, dobbiamo guadagnarci la “bragiuole” che ci aspettano in macchina.

Ore 11. Raggiungiamo la provinciale che porta dalla selva di Fasano a Castellana,. Siamo  in contrada Tortorella di Monopoli  vicino al ristorante “La Loggia di Pilato”.

Ma ditemi voi, è possibile andare a gozzovigliare nella Loggia di Pilato? A pensarci bene, forse sì, anzi sì, perché Pilato è il rappresentante del massimo menefreghismo e del pensiero:- godiamocela tutta e non rompetemi l’anima, proprio come facciamo noi in alcune occasioni quando decidiamo di farci del male…a tavola ovviamente, fregandoci della dieta e recuperando, fino all’ultimo, le calorie consumate durante l’escursione, come faremo oggi presso il trullo Passiatore.

Ore 11:30. Ci immettiamo su una strada asfaltata che ci porta alla contrada S. Lucia.

Intorno il paesaggio è ampio, con vista  su pianure e rialti collinari da dove spuntano trulli, muri a secco, querce enormi e spoglie che mettono in evidenza il vigore dei tronchi e dei rami contorti; rami che disegnano stupende composizioni  secche che evidenziano il magico contrasto sullo sfondo di un cielo terso ed azzurro di questo giorno venti gennaio.

 Ore 11:45. Superiamo la masseria “Muori di fame” proprio come incominciamo ad esserlo noi.

Ci stiamo avvicinando al trullo Passiatore.

Siamo in anticipo sulla tabella di marcia e ditemi voi se le “bragiuole”,  le salsicce e le orecchiette non allungano le gambe, smorzano la fatica rendendoci escursionisti provetti, capaci di misurare bene i passi, i tempi e gli spazi utili  a condurci in tempo ai piaceri della gola!

A dire il vero, non ricordo mai di aver sbagliato i tempi di una escursione quando la meta finale era quella  di raggiungere la contentezza della pancia!

Le mucche delle belle masserie della contrada S. Lucia ci vengono vicino, Stefano le guarda ed esclama: <<che belle bistecche!>>; siamo a mezzogiorno, il segno è evidente!

Suonano a festa le campane della chiesa di S. Lucia la quale ci benedice la vista per meglio godere le gozzoviglie che ci aspettano!

A questo punto, non  so perché, si apre una grande disquisizione tra donne sulla pipì: <<che dici, la faccio ora? Vieni con me dietro il cespuglio? No, io l'ho fatta prima; dove l’hai fatta? Io la faccio adesso, ma forse è meglio se la faccio dopo, no, non  ce la faccio più, meglio farla adesso>>; è vero il detto antico di mia nonna: <<E’ meglio avere un quintale in testa che non un’oncia in…culo!>>

Ore 13:30. Arrivo al trullo; ci accolgono Vito e Tiziana, Gianni e Luciana che ci hanno nel frattempo raggiunti.

Che bello! Che bello!

È l’esclamazione di tutti, che siamo, nel frattempo, diventati ventisette, come mai? Miracolo della “uascezza”!

Ebbene sì, ho appetito o meglio abbiamo fame e adesso siamo tutti pronti a concederci ai piaceri del cibo; dopo tutto abbiamo pagato il dovuto sacrificio corporale alla gloria del CAT.

Che lena nel mangiare! Morti di fame, ma da quanto tempo non mangiate? E a voi nuovi iscritti cosa credete, che sia sempre così la fine di una escursione? Oggi siete stati accolti bene perché siete ospiti; la prossima volta dovete solo schiattare per essere degni di rimanere tra noi!

Scherzavo, siamo molto accoglienti, accogliamo tutti quelli che vogliono seguirci, compresi i cani!

Avete visto oggi? Il cane dei monaci ha gradito la nostra accoglienza e ci ha seguiti per tutto il percorso. Lo abbiamo rifocillato e a sera riaccompagnato a casa sua. Chi viene al CAT sicuramente prende una buona strada, sarà sempre accolto, specie se è bravo e sa essere amico e state ben certi che non si smarrisce mai, perché, male che vada, lo riaccompagniamo a casa.

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