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Dal Trek N°33 ( Luglio-agosto 2002)

27 gennaio 2002

Dora Tanzi

Castel Garagnone

 

Partecipanti: trenta escursionisti; partenza alle ore 8:30.

Compagni di viaggio: Gianni M. che guida la macchina, Rosa M., Nicoletta S.

Giornata bellissima!

Ci immettiamo subito sulla statale “98” detta strada della rivoluzione perché, secondo quanto racconta Rosa M., che a sua volta utilizza le fonti informative di suo padre, fu chiamata così per una rivolta avvenuta tra le prostitute già presenti all’epoca su questa strada e le mogli dei contadini che lavoravano i campi adiacenti. A dirla con De Andrè (il cantante) queste prostitute sottraevano l’osso alle cagnette… le quali, incuranti della sollecitudine e dedizione con cui i loro mariti lavoravano questi terreni, tentarono  di liberare la strada con un vero e proprio atto rivoluzionario condotto orgogliosamente con sassaiole ed un ampio vocabolario di parolacce…

Ore 9:15. Sosta al bar Roxi, vicino alla stazione di Poggiorsini. Noi quattro però non ci siamo, stiamo correndo in paese per fare l’acquisto di una salsiccia tanto buona che merita proprio questa corsa.

Il padrone della macelleria, che ovviamente apre per noi, dopo le spese già fatte da ognuno di noi, ci offre ventresca e salsiccia secca della casa.

Facciamo una colazione insolita oggi, in macelleria anziché al bar. L’essenziale è averla fatta comunque e non perdere nessuna possibilità di concedersi ai piaceri che ci vengono incontro.

Ore 10:10. Inizio escursione. Guida Rocco T. sotto l’alto  patrocinio di Gianni P. e la benedizione finale del “chiusino” Corrado, vestito sempre da spaventapasseri.

A questo punto io riconosco il territorio,  ricordo  un’altra escursione fatta qui da me, da Antonio S., Rocco T., Rocco L., Anna G. e Marisa N. che iniziò sotto un albero e finì sotto lo stesso albero di questo posto.

Ricordo pure che quella escursione fu particolarmente faticosa, movimentata da una grande  chiacchierata, da un eccezionale picnic, da una sosta piacevolissima accarezzati dai raggi del sole  che ci coccolarono durante tutto il pisolino.

Ditemi se questo non è apprezzare la natura! Un bravo escursionista, se non sa godere di queste gioie, cosa scopre  tra boschi, campagne, colline e montagne?

Così amici, questo è “trecching” puro!, degno di essere apprezzato fino in fondo! Ed io lo racconto!

Camminiamo sul terreno tipico della Murgia che cede il passo alla prepotenza delle pietre che emergono dal terreno come per fare respirare tutte quelle facce con occhioni cavati e sguardi  intensi.

Siamo diretti ad una cava di bauxite e, bontà della natura, siamo accompagnati dal cinguettio degli  uccelli che comodamente nascosti tra i rami di un bosco vicino chiacchierano tra di loro, gioiscono, cantano;  beati loro che se la prendono comoda!

Ore 11:00. Ecco la cava che si presenta a noi come il canyon, con rocce ondulate di un colore rosso-viola.

Una biscia intanto cerca la sua strada  avanti a noi!

Stop: pipì di gruppo! Sentiero stupendo: è proprio piacevole liberarsi  a cielo aperto della  propria pipì che come una buona birra effervescente accompagna il piacere di liberartene con un rumorino  cupo e continuo  quando va ad innaffiare la terra sotto di te.

Ore 11:15. Grandi disquisizioni femminili sull’amore e rapporto con l’uomo!

Se l’hai accanto è una croce! Dice una. Se non l’hai pensi di non godere della fortuna di averlo, dice un’altra. Se l’ hai  avuto ti dici: <<meno male che me lo sono tolto dai piedi!>>

Che cosa è meglio? Qual è il segreto per vivere bene il rapporto uomo-donna? Sono aperte le iscrizioni per raccogliere tutte le ipotesi; è una idea utile per aprire un dibattito durante i venerdì culturali e fare delle sedute di gruppo di auto-mutuo aiuto tra i soci e le socie che sono separate, che vogliono riallacciare storie, che vogliono dire peste e corna delle donne o degli uomini eccetera, perché dobbiamo dare grande spazio a tutte le espressioni dell’animo, oltre che del corpo. Mi pare che nel CAT noi soci siamo conciati male! Sembra  una associazione di disperati, sconvolti, arrabbiati, smarriti che per completare il quadro delle gioie esistenziali, ogni domenica si puniscono con le fatiche delle escursioni. Ecco perché quando più difficile è l’escursione, tanto più si divertono. Ovviamente racconto questo con ironia e scherzo poiché non è proprio così, siamo felici di essere escursionisti amanti della natura!

Ore 11:30. Siamo di nuovo in marcia; a destra si avvista la diga del Basentello e il lago di “Serra di Corvo”, di fronte c’è il “Vulture” che si staglia prepotente sopra la cava di Bauxite.

Ore 12:20. Siamo impegnati in una salita continua che ovviamente mi suscita la devozione contemplativa che io esprimo con le bestemmie, le solite imprecazioni gentili, le solite litanie e giaculatorie vivaci e colorate indirizzate al Dio escursionista e a tutta la sua settima generazione.

Non capisco perché il mondo non lo ha fatto piatto, cosa ci perdeva? Noi lo stesso lo avremmo attraversato ed apprezzato!

Rocco T. è avanti con Gianni P. e noi dietro, pur consolandoci che gli ultimi saranno i primi in paradiso, cerchiamo di raggiungerli pregando per l’intercessione e la  benedizione di S. Francesco che, a detta di Corrado, è il protettore degli escursionisti.

Ore 12:30. Fine della salita ed immissione su strada  sterrata in un bosco che, a dire il vero, si presenta a noi triste perché tutto bruciato.

Arriviamo  su una distesa che offre  alla nostra vista Monte Caccia e su con tutte le sue antenne RAI e qui, tra i rialzi e gli avvallamenti del terreno,si evidenziano cumuli di neve e lastre di ghiaccio.

Ore 13:20. Siamo diretti alla masseria Melodia e al castello di Garagnone  dell’anno mille.

Ore 13:45. Ci siamo portati di fronte ad un dirupo, non vediamo più Gianni P. e Rocco T. e lo sparuto gruppetto dei prodi compagni più svelti. Qui ci viene in aiuto la tecnologia moderna delle radio trasmittenti che ci indicano il percorso.

Riprendiamo l’escursione andando a sinistra giù nel dirupo lungo una  piccola scorciatoia, con la consapevolezza che dopo la discesa, ahimè, c’è sempre una salita  che devi fare comunque altrimenti cosa fai? Crepi laggiù?

Incominciamo a salire, salire, salire con lena e santa pazienza. A un certo punto Gianni M. decreta solennemente: <<Questa salita ha decimato il gruppo!>>.  I più forti sono avanti, io sto in mezzo a metà strada, i lumaconi stanno dietro sconvolti più che mai e Corrado controlla a vista i loro … (vedi storia del chiusino, seconda edizione del giornalino del CAT).

Ore 14:20.  Finalmente siamo   in cima, ecco il castello di Garagnone, o  meglio, le pietre del castello e qui finalmente ci è concessa la pausa colazione.

Ore 15:15. Ripresa della marcia che ci porterà alle macchine.

Ore 16. Il sole incomincia a tramontare, siamo abbastanza rilassati e le chiacchiere diventano l’elemento allegro e spensierato che caratterizza la nostra marcia.

Ore 16:30. Arrivo al bar Roxi da dove siamo partiti.  Il tramonto di fronte a noi è bellissimo, è una scenografia mozzafiato. Il cielo  è letteralmente striato di rosso-grigio, sovrasta l’orizzonte scuro  segnato dalle sagome degli alberi, tra i quali fanno capolino le luci di Poggiorsini che  ci saluta regalandoci questo incanto.

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